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Archivio per categoria: Giurisprudenza

Pluralità di addebiti e licenziamento disciplinare

18 Dicembre 2019/in Giurisprudenza

Con la decisione 3 dicembre 2019, n. 31529 la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla locuzione “insussistenza del fatto” ai sensi dell’art. 18, comma 4, l. n. 300/1970 affermando che, in caso di contestazione di pluralità di addebiti disciplinari, l’insussistenza del fatto si configura solo qualora – sul piano fattuale – possa escludersi la realizzazione di un nucleo minimo di condotte che siano astrattamente idonee a giustificare la sanzione espulsiva, oppure, specularmente, secondo quanto già ritenuto, qualora si realizzi l’ipotesi dei fatti sussistenti ma privi dei caratteri di illiceità.

Nel caso di specie, la Cassazione ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Milano che aveva ritenuto sussistenti due dei tre addebiti contestati al lavoratore (in particolare, l’abbandono del posto di lavoro per circa un’ora e il rifiuto di consegnare un pacco; mentre non era risultata provata la minaccia di morte verso il datore di lavoro) ma aveva ritenuto sproporzionata la sanzione del licenziamento.

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Le telecamere nascoste sul luogo di lavoro: niente di nuovo sotto il sole?

16 Novembre 2019/in Giurisprudenza, Prassi

Circa un mese fa (con la decisione del 17 ottobre 2019), la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che non lede il diritto alla riservatezza e costituisce quindi una misura proporzionata l’installazione di videocamere nascoste all’insaputa dei dipendenti se vi sono fondati sospetti di furti commessi dai lavoratori, se l’area oggetto di ripresa (aperta al pubblico) e il numero di lavoratori coinvolti sono circoscritti, se le riprese hanno durata limitata nel tempo, sono finalizzate esclusivamente all’individuazione dei responsabili delle perdite subite e se non vi è la possibilità di ricorrere a mezzi alternativi meno intrusivi.

Nel caso sottoposto all’attenzione della Corte Europea, il direttore di un supermercato spagnolo, dopo aver notato delle incongruenze tra scorte di magazzino e vendite ed aver accertato perdite per circa 82mila euro nell’arco di cinque mesi, aveva fatto installare delle videocamere, di cui alcune visibili, orientate verso le entrate e le uscite, ed altre nascoste, dirette verso le casse.

Le videoriprese, protrattesi per 10 giorni, avevano rilevato una serie di furti di merce che avevano portato al licenziamento di 14 dipendenti tra cassieri e addetti alle vendite.

Cinque dei lavoratori licenziati, esperiti i rimedi interni, hanno adito la Corte EDU sostenendo che la decisione del datore di lavoro di licenziarli era fondata su immagini acquisite illegittimamente, in violazione del loro diritto al rispetto della vita privata, come garantito dall’art. 8 della Convenzione

Il Garante per la Privacy, intervenuto con comunicato stampa del 17 ottobre 2019, ha precisato che alla luce di quanto statuito dalla Corte Europea, la videosorveglianza occulta “è ammessa solo in quanto extrema ratio, a fronte di’ gravi illeciti’ e con modalità spazio-temporali tali da limitare al massimo l’incidenza del controllo sul lavoratore” e “non può dunque diventare una prassi ordinaria”.

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Nullità del contratto a termine e indennità risarcitoria

5 Ottobre 2019/in Giurisprudenza

Con la decisione 26 settembre 2019, n. 794 il Tribunale di Firenze ha accolto la richiesta di un lavoratore volta ad accertare la nullità dei termini apposti ai diversi contratti intercorsi tra il ricorrente e Poste Italiane.

Il giudice, invocando la normativa europea e la giurisprudenza della Corte di Giustizia, ha ritenuto nulle le clausole appositive dei temini finali contenute nei contratti impugnati dal lavoratore, ritenendo dimostrato che il ricorrente, in quanto addetto al servizio di recapito, veniva regolarmente utilizzato per sopperire alle esigenze di organico e quindi per soddisfare esigenze stabili e durevoli.

Di conseguenza, il Tribunale di Firenze ha convertito i contratti impugnati in un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato ed ha condannato Poste Italiane al pagamento di un’indennità risarcitoria commisurata in dieci mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del t.f.r.

Desta particolare interesse il passaggio della sentenza (pag. 5) in cui si afferma che “la sottoscrizione di uno o più contratti a tempo determinato per soddisfare esigenze stabili e durevoli costituisce un abuso” compiuto in violazione del divieto contenuto nelle disposizioni di diritto interno (art. 1 d.lgs. n. 368/2001 e art. 19 d.lgs. n. 81/2015), come interpretate alla luce degli inderogabili principi comunitari.

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Trasferimento e licenziamento

5 Ottobre 2019/in Giurisprudenza

Con l’ordinanza 4 settembre 2019, n. 22100 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso formulato da un lavoratore licenziato per assenza ingiustificata dal servizio successiva alla comunicazione del trasferimento.

Nel caso di specie, il lavoratore era stato trasferito presso un altro ufficio e si era assentato dal lavoro, invocando un inadempimento datoriale, in ragione dell’insussistenza delle ragioni poste a fondamento del provvedimento di trasferimento.

Con la decisione in esame, il Supremo Collegio ha confermato l’orientamento della Corte d’Appello, che aveva ritenuto che le ragioni addotte dalla società, come precisate nella memoria difensiva del primo grado, fossero sufficienti a giustificare il trasferimento del dipendente.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/10/pexels-photo-707x471-1.jpg 471 707 brandon https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png brandon2019-10-05 09:00:102020-01-27 10:26:59Trasferimento e licenziamento

Integrazioni salariali e contratti a tempo determinato

3 Luglio 2019/in Giurisprudenza

Con la decisione 20 giugno 2019, nella causa n. C-72/18, la Corte di Giustizia UE ha stabilito che è contraria al Diritto dell’Unione una normativa nazionale che attribuisca un’integrazione salariale, legata all’anzianità di servizio, solo ai dipendenti occupati con contratto a tempo indeterminato.

Nel caso esaminato dalla Corte non sussistono, infatti, ragioni oggettive atte a giustificare l’esclusione dei dipendenti con contratto a termine dal beneficio dell’integrazione salariale riconosciuto, invece, ai lavoratori assunti a tempo indeterminato.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2018/02/Risparmio.jpg 334 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2019-07-03 10:00:302019-10-09 12:51:35Integrazioni salariali e contratti a tempo determinato
industria

Rischio amianto e responsabilità datoriale

3 Luglio 2019/in Giurisprudenza

Con la decisione 10 giugno 2019, n. 15561 la Corte di Cassazione ha accertato la responsabilità del datore di lavoro per la malattia contratta dal lavoratore esposto a fibra di amianto.

Tale decisione si inscrive in un orientamento già tracciato dalla Suprema Corte, secondo cui in caso di danno cagionato al lavoratore dalla nocività dell’attività lavorativa per esposizione all’amianto, è onere del datore di lavoro dimostrare di aver adottato, pur in difetto di una specifica disposizione preventiva, le misure generiche di prudenza necessarie alla tutela della salute dal rischio espositivo, secondo le conoscenze del tempo di insorgenza della malattia.

Ai fini della responsabilità datoriale non rileva, secondo la Cassazione, la circostanza che il rapporto di lavoro si sia svolto in epoca antecedente all’introduzione di specifiche norme per il trattamento dei materiali contenenti amianto.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/05/dirty-industry-stack-factory.jpg 3840 5760 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2019-07-03 09:59:582019-10-09 12:59:23Rischio amianto e responsabilità datoriale
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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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