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Archivio per categoria: Giurisprudenza

lavoratore

Amianto e neoplasia polmonare

25 Agosto 20170 Commenti-da admin

AMIANTO E NEOPLASIA POLMONARE: LA QUESTIONE DEL NESSO CAUSALE

Si ripropone ancora una volta di fronte alla Suprema Corte la disamina del nesso di causalità fra neoplasia polmonare ed esposizione all’amianto.

Nel caso di specie l’esposizione all’amianto del lavoratore deceduto appare collegata ad eventi esterni (fumo e pleurite tubercolare sofferta dall’età di 16 anni).

La società ricorrente ha sostenuto che non esisteva una diagnosi certa sull’origine della malattia tumorale che aveva colpito il lavoratore e che l’esposizione ad amianto nell’attività lavorativa non era idonea di per se stessa a determinare l’evento.

Mancava per il datore ricorrente il raggiungimento della soglia di esposizione dotato di sufficienza causale (pari a 25 fibre/anno).

A fronte di un nesso causale disturbato da fattori endogeni, la Corte dispone che “La colpevolezza attiene invece al giudizio di prevedibilità ed evitabilità dell’evento in ragione delle conoscenze di un imprenditore di media diligenza del settore’’. Ritiene inoltre la Corte che a fronte di leggi scientifiche che non consentono un’assoluta certezza del nesso di causalità, la regola da applicare sia la preponderanza dell’evidenza.

 

Il testo della decisione

  • Cass pdf 19270:2017
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/08/pexels-photo-510423.jpeg 3967 5951 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-08-25 16:31:332019-10-09 16:11:38Amianto e neoplasia polmonare
operai cinesi
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Il contratto a tutele crescenti alla Consulta

31 Luglio 20170 Commenti-da admin

Tribunale di Roma, Ord. 26 luglio 2017. 

Con Ordinanza del 26 luglio 2017 il Tribunale del lavoro di Roma ha rimesso alla Corte Costituzionale la disciplina del contratto a tutele crescenti (artt. 2, 4,10 del decreto legislativo 23/2015 e 1, comma 7 della legge delega n. 183/2014) per contrasto con gli articoli 3, 4, 76 e 117 della Costituzione.

Il Tribunale dubita che la disciplina sopra indicata sia in contrasto con gli artt. 3, 4, 35, 117 e 76 della Costituzione

Sul piano del diritto sovranazionale il Tribunale osserva che la normativa esaminata non sembra conforme: all’art. 30 della Carta di Nizza, alla Convenzione ILO n. 158/1982 sui licenziamenti, all’art. 24 della Carta Sociale europea.

 

il testo dell'ordinanza

  • Trib. Roma 26.7.2017- Incostituzionalità Tutele-Crescenti
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/07/work-chinese-industrial-professional.jpg 3648 5472 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-07-31 11:38:432019-10-09 16:13:47Il contratto a tutele crescenti alla Consulta
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Giurisprudenza in Giurisprudenza

Lavoro a chiamata: nessuna discriminazione per età

31 Luglio 20170 Commenti-da admin

Lavoro a chiamata: nessuna discriminazione per età

Corte di Giustizia UE 19 luglio 2017 C-143/16

La Corte di giustizia Ue ha affermato la legittimità della normativa italiana in materia di contratto di lavoro intermittente (o job on call) con specifico riferimento alla disposizione (attualmente contenuta all’articolo 13 del d.lgs. n. 81/2015) che consente l’assunzione di soggetti con particolari requisiti di età (nella fattispecie, meno di 24 anni purché le prestazioni vengano svolte entro il 25° anno).
La Corte riconosce altresì la legittimità del conseguente recesso datoriale al raggiungimento di detto limite di età, escludendo che ciò determini un trattamento discriminatorio nei confronti del lavoratore.

 

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/07/person-sunglasses-woman-smartphone.jpg 2848 4272 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-07-31 11:26:172019-10-09 16:18:45Lavoro a chiamata: nessuna discriminazione per età
Whatsapp
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Legittimo licenziare con whatsapp

31 Luglio 20170 Commenti-da admin

Con una recente sentenza il Tribunale di Catania ha ritenuto legittimo il licenziamento intimato al lavoratore mediante l’applicazione per smartphone “WhatsApp”. Secondo la sentenza il licenziamento inviato mediante tale applicazione assolve l’onere della forma scritta, trattandosi di documento informatico che il destinatario ha con certezza imputato al datore di lavoro, tanto da provvedere a formulare tempestiva impugnazione stragiudiziale, potendo la volontà di licenziare essere comunicata al lavoratore anche in forma indiretta, purché chiara.

 

il testo della decisione

  • Trib. Catania 27.6.2017 – licenziamento tramite whatsapp
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/07/Whatsapp.jpeg 2848 4272 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-07-31 11:22:322019-10-09 16:19:26Legittimo licenziare con whatsapp
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Il diritto di difesa del dirigente

10 Luglio 20170 Commenti-da admin

Cass., sez. lav., 20.6.2017, n. 15204 –  L’art. 7 stat. lav. e il rapporto di lavoro dirigenziale

La Suprema Corte, rimarcando un orientamento consolidato, ha affermato che le garanzie procedimentali di cui all’art. 7 stat. lav., poiché volte a tutelare il diritto di difesa della generalità dei lavoratori subordinati, sono applicabili anche al dirigente.

La Corte definisce come “vecchia” e “logora” la nozione di dirigente inteso come alter ego del datore di lavoro. Nella decisione è altresì ribadita la rilevanza assunta, nel nostro ordinamento, dal principio “audiatur et altera pars”, come indefettibile garanzia di difesa per ogni prestatore di lavoro incolpato di un addebito disciplinare, “prima che il datore di lavoro determini, con un suo atto unilaterale, conseguenze negative nella sua sfera soggettiva”.

  • Cass., sez. lav., 15204 del 2017
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/09/IMG_9802.jpg 3382 5074 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-07-10 16:13:322019-10-09 16:22:07Il diritto di difesa del dirigente
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Test tossicologico positivo: illegittimo il licenziamento

10 Luglio 20170 Commenti-da admin

Trib. Milano, 13 giugno 2017 – Illegittimità del licenziamento del conducente per positività a un test tossicologico

Il Tribunale di Milano, con una decisione dello scorso 13 giugno, ha dichiarato illegittimo il licenziamento del conducente di autobus risultato positivo a un test tossicologico, per aver fatto uso di cannabis.

In virtù della normativa regionale di riferimento (in particolare, in Lombardia, la materia è regolata dai provvedimenti della Conferenza Unificata Stato Regioni nn. 99/2007 e 178/2008, nonché dalla circolare della Regione Lombardia del 22.1.2009), sono consentite verifiche sanitarie sui lavoratori addetti a mansioni che comportino rischi “per la sicurezza, l’incolumità e la salute di terzi”, con conseguente rimozione dei medesimi dal proprio ruolo nel caso in cui sia accertata la tossicodipendenza, “fermo il diritto alla conservazione del posto ove il lavoratore si sottoponga a cure riabilitative, per un periodo non superiore ai tre anni”.

Tuttavia, secondo la sentenza, il risultato positivo a un solo test non consente di affermare la sussistenza di una condizione di tossicodipendenza del lavoratore, né vale a dimostrare che quest’ultimo  abbia assunto droghe – ovvero ne subisca gli effetti – in orario lavorativo, o, infine, che sia definitivamente inidoneo al servizio.

 

  • 20170613 – Trib. Milano 13.6.2017 est. Lombardi
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/07/pexels-photo.jpg 2468 3793 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2017-07-10 16:11:062019-10-09 16:22:39Test tossicologico positivo: illegittimo il licenziamento
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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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