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Archivio per categoria: Giurisprudenza

La Cassazione sui limiti di legittimità del controllo sui lavoratori tramite agenzia investigativa

21 Settembre 2022da Admin2

Con ordinanza n. 25287 del 24.8.2022 la Suprema Corte ha affrontato la questione della legittimità di un’indagine condotta da un’agenzia investigativa su una dipendente.

In particolare, durante un’indagine su una dipendente di una banca, sospettata di abusare dei permessi ex l. 104/92 per l’assistenza di familiari disabili, era emerso che un altro dipendente della medesima banca si era in più occasioni allontanato dal proprio ufficio in orario lavorativo, per svolgere attività estranee alla prestazione lavorativa (fare la spesa e andare in palestra).

La banca aveva quindi disposto il licenziamento disciplinare del dipendente.

Nel giudizio di impugnazione del licenziamento, la Cassazione ha ritenuto illegittima l’investigazione in quanto, per costante interpretazione giurisprudenziale, l’attività di controllo sui lavoratori per mezzo di soggetti esterni è consentita solo allorché abbia ad oggetto la commissione di atti illeciti e non sconfini nella vigilanza sull’attività lavorativa vera e propria, che l’art. 3 dello Statuto dei Lavoratori riserva al datore di lavoro e ai suoi collaboratori.

Nel caso affrontato, detti limiti non sono stati rispettati, in quanto la verifica investigativa, pur originata nell’ambito di un controllo legittimo su un’altra dipendente, ha avuto ad oggetto comportamenti che il ricorrente ha tenuto nel corso dell’orario di lavoro, cioè durante l’espletamento dell’attività lavorativa dovuta, finendo così con l’incidere direttamente sull’adempimento di tale attività.

 

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/04/img.LTI1OTI5MDY5OQ.jpg 287 384 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-09-21 16:29:402022-09-21 16:29:40La Cassazione sui limiti di legittimità del controllo sui lavoratori tramite agenzia investigativa
Giurisprudenza in Giurisprudenza

La Cassazione sulla decorrenza del termine per la prescrizione dei crediti da lavoro

21 Settembre 2022da Admin2

Con sentenza n. 26246 del 6 settembre 2022, la Corte di Cassazione ha affermato che il termine di prescrizione “di tutti i diritti” del lavoratore non ancora prescritti al momento dell’entrata in vigore della legge n. 92 (18 luglio 2012), inizia a decorrere con la cessazione del rapporto di lavoro e non più in costanza.

Per la Suprema Corte, infatti,  “Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come modulato per effetto della legge n. 92 del 2012 e del decreto legislativo n. 23 del 2015, mancando dei presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risoluzione e di una loro tutela adeguata, non è assistito da un regime di stabilità”.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png 0 0 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-09-21 16:29:262022-09-21 16:29:26La Cassazione sulla decorrenza del termine per la prescrizione dei crediti da lavoro
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: la retribuzione delle ferie

20 Luglio 2022da Admin2

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20216 del 23 giugno 2022, ha dichiarato la nullità della clausola contrattuale del CCNL del trasporto aereo – secondo la quale era esclusa l’indennità integrativa di volo dalla base di calcolo della retribuzione nel periodo feriale – affermando che durante il periodo di ferie la retribuzione deve essere uguale a quella riconosciuta mensilmente.

La sentenza – che riguarda il periodo di ferie obbligatorio previsto dalla legge (art. 10 d.lgs. n. 66/2003) e non l’eventuale periodo ulteriore previsto dalla contrattazione collettiva, in relazione al quale l’autonomia collettiva può intervenire sulla determinazione della retribuzione – si fonda sui principi della Corte di giustizia Europea, secondo la quale una disposizione contrattuale di tal genere ha un effetto dissuasivo circa la fruizione delle ferie, che risulta incompatibile con i principi comunitari.

La sentenza avrà ripercussioni anche su eventuali altri contratti collettivi che prevedono durante le ferie trattamenti diversi e inferiori al trattamento ordinario in periodo lavorativo, atteso che tali previsioni, alla luce dei principi dettati dalla Suprema Corte, dovranno essere ritenute illegittime.

 

  • Cass 23:06:2022, n. 20216
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2022/07/decollo-capodichino-napoli-875x600-1.jpg 600 875 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-07-20 18:06:132022-07-20 18:06:13Cassazione: la retribuzione delle ferie
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: diverso trattamento sanzionatorio riservato ad altri dipendenti per inadempienze similari

20 Luglio 2022da Admin2

La Cassazione, nell’ordinanza del 13 luglio 2022, n. 22115, affronta il tema della sussistenza di giusta causa o del giustificato motivo di licenziamento nel caso in cui un’analoga inadempienza commessa da altro dipendente sia stata valutata diversamente dal datore di lavoro.

Il ricorrente in cassazione faceva leva sui principi già posti dalla Suprema Corte in altre pronunce in virtù dei quali “seppur ai fini della sussistenza della giusta causa o del giustificato motivo di licenziamento sia irrilevante che un’analoga inadempienza commessa dall’altro dipendente sia stata diversamente valutata dal datore di lavoro, qualora risulti accertato che l’inadempimento del lavoratore sia tale da compromettere irrimediabilmente il rapporto fiduciario, tuttavia l’identità delle situazioni può privare il provvedimento espulsivo della sua base giustificativa”.

La Cassazione precisa che ciò deve essere letto sulla base dell’intero testo delle precedenti pronunce della Corte, le quali chiariscono che non si può porre a carico del datore di lavoro l’onere di fornire, per ciascun licenziamento, una motivazione del provvedimento adottato che sia comparata con le altre assunte in fattispecie analoghe; tuttavia, ove nel corso del giudizio non emergano quelle differenze che giustificano il diverso trattamento dei lavoratori, correttamente può essere valorizzata dal giudice l’esistenza di soluzioni differenti per casi uguali al fine di valutare la proporzionalità della sanzione adottata.

  • Cassazione 13 luglio 2022, n. 22115
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png 0 0 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-07-20 18:05:272022-07-20 18:05:27Cassazione: diverso trattamento sanzionatorio riservato ad altri dipendenti per inadempienze similari
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Il recesso del datore di lavoro dal contratto collettivo aziendale

1 Luglio 2022da Admin2

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con la sentenza n. 14961 del 11.5.2022, ha ribadito il principio secondo cui il datore è legittimato a recedere unilateralmente dal contratto collettivo aziendale, se a tempo indeterminato, in quanto il contratto collettivo che non ha un predeterminato termine di efficacia, non può vincolare per sempre tutte le parti contraenti perché verrebbe vanificata la causa e la funzione sociale della contrattazione collettiva, la cui disciplina, da sempre modellata su termini temporali non eccessivamente dilatati, deve parametrarsi su una realtà socio economica in continua evoluzione.

Dunque, alla contrattazione collettiva di qualunque livello va estesa la regola, di generale applicazione nei negozi privati, secondo cui il recesso unilaterale rappresenta una causa estintiva ordinaria di qualsiasi rapporto di durata a tempo indeterminato, ciò rispondendo all’esigenza di evitare – nel rispetto dei criteri di buona fede e correttezza nell’esecuzione del contratto – la perpetuità del vincolo obbligatorio.

 

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Giurisprudenza in Giurisprudenza

La Corte Costituzionale sulla “manifesta” insussistenza del giustificato motivo oggettivo

30 Maggio 2022da Admin2

Continua l’intervento della Corte Costituzionale sulla disciplina di cui all’art. 18, l. n. 300/70.

Con la sentenza n. 125/2022 è stata dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, settimo comma, secondo periodo, della l. 300/70 (c.d. Statuto dei Lavoratori), limitatamente alla parola «manifesta».

La Corte ricorda che “il diritto del lavoratore di non essere ingiustamente licenziato si fonda sui principi enunciati dagli artt. 4 e 35 Cost. e sulla speciale tutela riconosciuta al lavoro in tutte le sue forme e applicazioni, in quanto fondamento dell’ordinamento repubblicano (art. 1 Cost.)”.

Sebbene, “l’attuazione di tali principi è demandata alle valutazioni discrezionali del legislatore”, questi “è vincolato al rispetto dei principi di eguaglianza e di ragionevolezza (sentenza n. 59 del 2021)”.

La disposizione nella sua formulazione originale non è rispettosa dei citati principi, in quanto, rileva la Corte,  il requisito del carattere manifesto è indeterminato – atteso che “demanda al giudice una valutazione sfornita di ogni criterio direttivo e per di più priva di un plausibile fondamento empirico” –  e non vi è “alcuna attinenza con il disvalore del licenziamento intimato, che non è più grave, solo perché l’insussistenza del fatto può essere agevolmente accertata in giudizio”.

Pertanto, a seguito di tale intervento, vi sarà sempre applicazione della c.d. tutela reale debole, di cui al comma 4 dell’art. 18 St. Lav., in caso di insussistenza del fatto (oggettivo) posto alla base del licenziamento, senza più doversi interrogare sul suo carattere manifesto, o meno.

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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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