Studio Legale Albi - Pisa
  • Home
  • Aree di Attività
    • Consulenza e assistenza giudiziale
    • Formazione giuslavoristica
    • DDR Giuslavoristica
  • Focus on
    • Contrattazione collettiva
    • Pubblicazioni
    • Rassegna Stampa
    • Prassi
    • Giurisprudenza
    • Normativa
    • News ed Eventi
  • Lo Studio
    • Pasqualino Albi
  • Pubblicazioni
  • Contatti
  • Cerca
  • Menu
  • Home
  • Aree di Attività
    • Consulenza e assistenza giudiziale
    • Formazione giuslavoristica
    • DDR Giuslavoristica
  • Focus on
    • Contrattazione collettiva
    • Giurisprudenza
    • News ed Eventi
    • Normativa
    • Prassi
    • Pubblicazioni
    • Rassegna Stampa
  • Lo Studio
  • Pasqualino Albi
  • Pubblicazioni
  • Contatti

Archivio per categoria: Giurisprudenza

Cassazione: giusta causa e licenziamento per plurime mancanze

9 Gennaio 2023da Admin2

La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 32680 del 7 novembre 2022, dopo aver ricordato che qualora il licenziamento sia intimato per giusta causa e siano stati contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, ciascuno di essi, autonomamente considerato, costituisce base idonea per giustificare la sanzione, rimarca che non si tratta di una presunzione assoluta, essendo possibile, in giudizio, la prova contraria da parte del lavoratore, che dimostri che solo presi congiuntamente in considerazione, i singoli episodi, erano tali da non consentire la prosecuzione neanche provvisoria del rapporto.

 

  • Cassazione_2022_32680
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/02/GettyImages-182171560-scaled.jpg 1707 2560 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-01-09 14:22:062023-06-15 10:11:32Cassazione: giusta causa e licenziamento per plurime mancanze
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: società a controllo pubblico e mansioni superiori

9 Gennaio 2023da Admin2

Con la sentenza n. 35421 del 15.7.2022, la Cassazione afferma il seguente principio di diritto: “Il rapporto di lavoro alle dipendenze delle società a controllo pubblico non è disciplinato dal d.lgs. n. 165 del 2001, bensì dalle norme del codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro alle dipendenze di privati, che trovano applicazione in assenza di una disciplina speciale derogatoria. L’art. 18 del d.l. n. 112 del 2008 e la legislazione della Regione Sicilia, che fa divieto alle società a partecipazione totale o maggioritaria della Regione di procedere all’assunzione di nuovo personale ed impone il contenimento della spesa per il personale, non comportano una deroga all’applicazione, quanto alla disciplina delle mansioni, dell’art 2103 cod. civ.”.

Pur affrontando un caso rientrante nell’ambito di applicazione dell’art. 18 del d.l. n. 112/2008, è interessante notare come la Cassazione abbia comunque richiamato anche quanto previsto dall’art. 19 del d.lgs. n. 175/2016, affermando che “Nel rapporto di lavoro alle dipendenze di privati, pertanto, l’attribuzione della qualifica superiore avviene nell’ambito dell’unico rapporto già costituito e non determina l’instaurazione di un rapporto autonomo, distinto dal precedente, sicché non può essere equiparata all’assunzione. Alla luce del richiamato principio, applicabile alle società a partecipazione pubblica per la natura privatistica delle stesse e dei rapporti dalle medesime instaurati, è da escludere che la disciplina del reclutamento, dettata dapprima dall’art. 18 del d.l. n. 112 del 2008 e poi dall’art. 19 del d.lgs. n. 175 del 2016, possa essere interpretato nel senso di ricomprendere anche le progressioni di carriera”.

 

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/01/Lottemperanza-al-giudicato.-La-giustizia-nellamministrazione-707x354-1.jpg 354 707 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-01-09 14:21:182023-01-09 14:21:18Cassazione: società a controllo pubblico e mansioni superiori
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Limiti di ragionevolezza e retribuzione del lavoro straordinario per il personale direttivo

27 Ottobre 2022da Admin2

Con sentenza del 13 luglio 2022 il Tribunale di Firenze, giudice monocratico del lavoro, ha accolto la domanda del lavoratore, quadro con mansioni di direttore di ipermercato, con riferimento al compenso per le ore di straordinario eccedenti il limite della ragionevolezza (nel caso affrontato, pari a 60 ore mensili).

Il Tribunale, nonostante l’art. 17 d.lgs. n. 66/2003 – che prevede per il personale direttivo l’esclusione dai limiti legali relativi all’orario di lavoro – e l’art. 134 del CCNL applicato al rapporto (Terziario Confcommercio) – che non prevede il pagamento di eventuali straordinari svolti (salvo quelli resi di notte o nei giorni festivi) dal personale di direzione tecnica o amministrativa , ha osservato come sussista il diritto al pagamento del compenso per le ore di straordinario laddove la prestazione, per la sua durata, superi il limite della ragionevolezza e sia particolarmente gravosa e usurante.

 

  • 20220713_Trib-Firenze
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png 0 0 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-10-27 12:45:552022-10-27 12:45:55Limiti di ragionevolezza e retribuzione del lavoro straordinario per il personale direttivo
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Divieto di indossare segni o indumenti a connotazione religiosa e discriminazioni

27 Ottobre 2022da Admin2

La Corte di Giustizia UE, con la sentenza 13 ottobre 2022 (causa n. C-344/20) è intervenuta in relazione ad un giudizio concernente la negazione della possibilità di svolgere un tirocinio a una donna di confessione musulmana che si era rifiutata di rimuovere il velo durante il lavoro a fronte di una regola della cooperativa, che vietava la manifestazione, anche con l’abbigliamento o in altro modo, delle proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche.

La Corte di Giustizia ha ribadito che una norma interna di un’impresa privata che vieti di manifestare o indossare sul luogo di lavoro qualsiasi segno visibile di convinzioni politiche, filosofiche o religiose non costituisce una discriminazione diretta ai sensi del diritto comunitario, allorché essa imponga a tutti i dipendenti, in maniera generale e indiscriminata, la neutralità di comportamento.

La disposizione regolamentare potrebbe essere fonte di una discriminazione indiretta solo se venisse dimostrato – compito spettante al giudice del rinvio – che l’obbligo apparentemente neutro che essa contiene comporti, di fatto, un particolare svantaggio per le persone che aderiscono a una determinata religione o ideologia.

In tale caso, la discriminazione non ricorrerebbe se la misura fosse giustificata da una finalità legittima e i mezzi impiegati per il suo conseguimento fossero appropriati e necessari, precisando che la semplice volontà di un datore di lavoro di condurre una politica di neutralità, sebbene rappresentante una finalità legittima, non è sufficiente, in quanto tale, a giustificare in modo oggettivo una differenza di trattamento indirettamente fondata sulla religione o sulle convinzioni personali, dato che il carattere oggettivo di una siffatta giustificazione può ravvisarsi solo a fronte di un’esigenza reale del datore di lavoro, che spetta a quest’ultimo dimostrare.

 

 

  • CGUE_C-344-20-1
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-10-27 12:43:542023-06-15 10:14:39Divieto di indossare segni o indumenti a connotazione religiosa e discriminazioni
Giurisprudenza in Giurisprudenza

La Cassazione sui limiti di legittimità del controllo sui lavoratori tramite agenzia investigativa

21 Settembre 2022da Admin2

Con ordinanza n. 25287 del 24.8.2022 la Suprema Corte ha affrontato la questione della legittimità di un’indagine condotta da un’agenzia investigativa su una dipendente.

In particolare, durante un’indagine su una dipendente di una banca, sospettata di abusare dei permessi ex l. 104/92 per l’assistenza di familiari disabili, era emerso che un altro dipendente della medesima banca si era in più occasioni allontanato dal proprio ufficio in orario lavorativo, per svolgere attività estranee alla prestazione lavorativa (fare la spesa e andare in palestra).

La banca aveva quindi disposto il licenziamento disciplinare del dipendente.

Nel giudizio di impugnazione del licenziamento, la Cassazione ha ritenuto illegittima l’investigazione in quanto, per costante interpretazione giurisprudenziale, l’attività di controllo sui lavoratori per mezzo di soggetti esterni è consentita solo allorché abbia ad oggetto la commissione di atti illeciti e non sconfini nella vigilanza sull’attività lavorativa vera e propria, che l’art. 3 dello Statuto dei Lavoratori riserva al datore di lavoro e ai suoi collaboratori.

Nel caso affrontato, detti limiti non sono stati rispettati, in quanto la verifica investigativa, pur originata nell’ambito di un controllo legittimo su un’altra dipendente, ha avuto ad oggetto comportamenti che il ricorrente ha tenuto nel corso dell’orario di lavoro, cioè durante l’espletamento dell’attività lavorativa dovuta, finendo così con l’incidere direttamente sull’adempimento di tale attività.

 

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/04/img.LTI1OTI5MDY5OQ.jpg 287 384 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-09-21 16:29:402022-09-21 16:29:40La Cassazione sui limiti di legittimità del controllo sui lavoratori tramite agenzia investigativa
Giurisprudenza in Giurisprudenza

La Cassazione sulla decorrenza del termine per la prescrizione dei crediti da lavoro

21 Settembre 2022da Admin2

Con sentenza n. 26246 del 6 settembre 2022, la Corte di Cassazione ha affermato che il termine di prescrizione “di tutti i diritti” del lavoratore non ancora prescritti al momento dell’entrata in vigore della legge n. 92 (18 luglio 2012), inizia a decorrere con la cessazione del rapporto di lavoro e non più in costanza.

Per la Suprema Corte, infatti,  “Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come modulato per effetto della legge n. 92 del 2012 e del decreto legislativo n. 23 del 2015, mancando dei presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risoluzione e di una loro tutela adeguata, non è assistito da un regime di stabilità”.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png 0 0 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22022-09-21 16:29:262022-09-21 16:29:26La Cassazione sulla decorrenza del termine per la prescrizione dei crediti da lavoro
Pagina 19 di 72«‹1718192021›»

Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

Leggi tutto

Iscriviti alla Newsletter

L’iscrizione alla newsletter è gratuita e consente agli iscritti di ricevere e-mail contenenti informazioni, approfondimenti e notizie relative al diritto del lavoro direttamente dallo Studio Legale Albi.

Iscriviti

Studio legale Albi

Copyright © Studio Legale Albi 2014-2025 – P.IVA 01864450505

Contatti | Disclaimer | Privacy | Cookies | Codice deontologico

Scorrere verso l’alto