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Archivio per categoria: Giurisprudenza

Corte di Giustizia Europea: la formazione obbligatoria rientra nell’orario di lavoro

15 Novembre 2021da Admin2

La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza del 28 ottobre 2021, emessa nella causa C-909/19, ha affermato che l’art. 2, punto 1, della direttiva 2003/88 deve essere interpretato nel senso che il lasso di tempo durante il quale un lavoratore segue una formazione professionale impostagli dal suo datore di lavoro, che si svolge al di fuori del suo luogo di lavoro abituale, nei locali del prestatore di servizi di formazione, e durante il quale egli non esercita le sue funzioni abituali, costituisce «orario di lavoro».

La Corte, in particolare, dopo aver ricordato che l’articolo 2, punto 1, della direttiva 2003/88 definisce la nozione di «orario di lavoro» come configurante «qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni, conformemente alle legislazioni e/o prassi nazionali», ha affermato che elemento determinante per considerare sussistenti gli elementi caratteristici della nozione di «orario di lavoro», ai sensi della direttiva, è il fatto che il lavoratore sia costretto ad essere fisicamente presente sul luogo designato dal datore di lavoro e a rimanere ivi a disposizione di quest’ultimo al fine di poter fornire direttamente i propri servizi in caso di necessità.

In siffatto contesto, il luogo di lavoro deve essere inteso come qualsiasi luogo in cui il lavoratore è chiamato a svolgere un’attività su ordine del suo datore di lavoro, anche quando tale luogo non sia il posto in cui egli esercita abitualmente la propria attività professionale.

Ad avviso dei Giudici, quindi, quando il lavoratore riceve dal suo datore di lavoro istruzioni di seguire una formazione professionale per poter esercitare le funzioni da lui svolte, si deve ritenere che, durante i periodi di formazione professionale, tale lavoratore si trova a disposizione del suo datore di lavoro, ai sensi dell’articolo 2, punto 1, della direttiva 2003/88.

La sentenza

  • CGUE sent.28.10.2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/10/bandiere-dell-ue-di-fronte-alla-commissione-europea_163782-5238.jpg 417 626 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-11-15 15:53:142021-11-15 15:53:14Corte di Giustizia Europea: la formazione obbligatoria rientra nell’orario di lavoro
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Patto di prova e rinvio al contratto collettivo

10 Novembre 2021da Admin2

Con ordinanza n. 27785 del 12 ottobre 2021 la Corte di Cassazione ha ribadito che il patto di prova apposto ad un contratto di lavoro deve contenere la specifica indicazione delle mansioni che ne costituiscono l’oggetto.

La Corte ha precisato che l’individuazione delle mansioni può essere operata anche con riferimento alle declaratorie del contratto collettivo, sempre che il richiamo sia sufficientemente specifico e riferibile alla nozione classificatoria più dettagliata.

Se la categoria di un determinato livello accorpa, invece, una pluralità di profili, è necessaria l’indicazione del singolo profilo, risultando generica ed insufficiente l’individuazione della sola categoria.

Su tali presupposti, la Suprema Corte ha confermato la nullità del patto di prova e la conseguente illegittimità del licenziamento irrogato alla lavoratrice.

L'ordinanza

  • Cass. ord. n. 27785:2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/10/l-uomo-in-tuta-firma-contratto_23-2147711015.jpg 417 626 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-11-10 09:21:472021-11-10 09:21:47Patto di prova e rinvio al contratto collettivo
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Omessa informazione al datore di lavoro del contatto indiretto con un soggetto positivo al Covid-19 e licenziamento per giusta causa

10 Novembre 2021da Admin2

Con la sentenza del 28 luglio 2021 la Corte di Appello di Palermo ha affermato che non costituisce giusta causa di licenziamento l’omessa informazione al datore di lavoro del contatto indiretto con un soggetto positivo al Covid-19 del lavoratore.

Nel caso di specie, il dipendente – già in congedo dal servizio – raggiunto da un provvedimento di isolamento domiciliare per accertata positività al Covid-19 di un collega della moglie, aveva omesso di informarne la società.

La Corte, dopo aver rilevato che non sussisteva in capo al lavoratore alcun obbligo informativo, non avendo egli ricevuto in tal senso specifiche indicazioni da parte dell’ASP territorialmente competente, unica legittimata ad effettuare la c.d. “mappatura dei contagi” ed impartire direttive consequenziali, ha chiarito che l’omissione imputatagli non poteva dirsi sostenuta da un grado di colpa tale da integrare un illecito disciplinare.

La misura sanitaria (conosciuta dal lavoratore quando già si trovava in congedo) era stata infatti adottata in conseguenza del rischio di contagio doppiamente indiretto, perché derivante dalla presenza di una persona affetta da coronavirus sul luogo di lavoro della moglie.

La società inoltre non era riuscita a dimostrare il pregiudizio specifico, anche potenziale, subito per effetto della condotta contestata al lavoratore.

La Corte di appello ha quindi dichiarato illegittimo il licenziamento e ordinato la reintegrazione del lavoratore.

La sentenza

  • CdA Palermo sent. n. 937:2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/03/scienziato-che-indossa-guanti-protettivi-che-esaminano-i-campioni-di-dna-che-tengono-il-bastoncino-di-cotone-primo-piano_151013-5954.jpg 417 626 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-11-10 09:21:072021-11-10 09:21:07Omessa informazione al datore di lavoro del contatto indiretto con un soggetto positivo al Covid-19 e licenziamento per giusta causa
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Svolgimento di altra attività durante la malattia e licenziamento per giusta causa

2 Novembre 2021da Admin2

Con ordinanza n. 26709 del 1°ottobre 2021 la Corte di Cassazione ha affermato la legittimità del licenziamento per giusta causa irrogato al dipendente per aver tenuto, durante il periodo di malattia, uno stile di vita ritenuto non compatibile con la patologia che lo affliggeva e, in ogni caso, idoneo a pregiudicarne la guarigione.

Gli Ermellini, in particolare, hanno confermato la sentenza di merito che aveva operato una sussunzione della fattispecie in esame nella normativa relativa all’obbligo di entrambe le parti di attenersi ai doveri di correttezza e buona fede nell’attuazione del rapporto di lavoro.

La Corte in proposito ha ricordato che lo svolgimento di altra attività da parte del dipendente assente per malattia può giustificare il recesso del datore di lavoro, in relazione alla violazione dei doveri generali di correttezza e buona fede e degli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà, oltre che nell’ipotesi in cui tale attività esterna sia di per se’ sufficiente a fare presumere l’inesistenza della malattia, dimostrando quindi, una fraudolenta simulazione, anche nel caso in cui la medesima attività, valutata con giudizio ex ante in relazione alla natura della patologia e delle mansioni svolte, possa pregiudicare o ritardare la guarigione o il rientro in servizio, con conseguente irrilevanza della tempestiva ripresa del lavoro alla scadenza del periodo di malattia.

L'ordinanza

  • Cass. ord. n. 26709:2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/03/documento-della-tenuta-della-mano-dell-avvocato-maschio-sullo-scrittorio-nell-aula-di-tribunale_23-2147898384.jpg 352 626 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-11-02 10:59:282021-11-02 10:59:28Svolgimento di altra attività durante la malattia e licenziamento per giusta causa
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Contenuti offensivi postati su facebook e licenziamento disciplinare

21 Ottobre 2021da Admin2

Con la sentenza n. 27939 del 13 ottobre 2021 la Corte di Cassazione ha affermato che integra giusta causa di licenziamento la condotta del lavoratore che pubblica sul profilo facebook un post dal contenuto offensivo nei confronti dei superiori e dei vertici aziendali.

La Corte, in particolare, ha precisato che l’esigenza di tutela della libertà e della segretezza sussiste solo in relazione a messaggi scambiati in una chat privata, in quanto, essendo diretti unicamente agli iscritti ad un determinato gruppo e non ad una moltitudine indistinta di persone, possono essere considerati al pari della corrispondenza privata, chiusa e inviolabile.

Nel caso di specie, il commento offensivo nei confronti della società datrice di lavoro è stato diffuso su facebook, mezzo ritenuto idoneo a determinare la circolazione del messaggio tra un gruppo indeterminato di persone.

Ad avviso degli Ermellini, i contenuti così pubblicati possono, dunque, essere legittimamente utilizzati in funzione probatoria.

La sentenza

  • Cass.sent. n. 27939:2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2021/10/240_F_419117449_iZVB5r2He4mF0YkK7pXfH9qxRweclruK.jpg 457 640 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-10-21 18:28:162021-10-21 18:32:27Contenuti offensivi postati su facebook e licenziamento disciplinare
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Controllo sul risultato e subordinazione

10 Ottobre 2021da Admin2

Con l’ordinanza n. 23816 del 2 settembre 2021 la Corte di Cassazione ha ribadito che elemento indefettibile del rapporto di lavoro subordinato – e criterio discretivo, nel contempo, rispetto a quello di lavoro autonomo – è la subordinazione intesa come vincolo di soggezione personale del prestatore al potere direttivo del datore di lavoro, che inerisce alle intrinseche modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative e non già soltanto al loro risultato.

Hanno invece carattere sussidiario e funzione meramente indiziaria altri elementi del rapporto di lavoro quali, ad esempio, la collaborazione, l’osservanza di un determinato orario, la continuità della prestazione lavorativa, l’inserimento della prestazione medesima nell’organizzazione aziendale e il coordinamento con l’attività imprenditoriale, l’assenza di rischio per il lavoratore e la forma della retribuzione.

Tali elementi, lungi dal surrogare la subordinazione o, comunque, dall’assumere valore decisivo ai fini della qualificazione del rapporto, possono, tuttavia, essere valutati globalmente come indizi della subordinazione stessa, tutte le volte che non ne sia agevole l’apprezzamento diretto a causa di peculiarità delle mansioni, che incidano sull’atteggiarsi del rapporto.

L'ordinanza

  • Cass. ord. n. 23816:2021
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2020/03/documento-della-tenuta-della-mano-dell-avvocato-maschio-sullo-scrittorio-nell-aula-di-tribunale_23-2147898384.jpg 352 626 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22021-10-10 23:43:182021-10-10 23:43:18Controllo sul risultato e subordinazione
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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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