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Archivio per categoria: Giurisprudenza

Sulle modalità di esercizio del diritto di sciopero

21 Dicembre 20150 Commenti-da admin

Con sentenza n. 24653 del 3 dicembre 2015 i giudici della Suprema Corte si sono pronunciati in materia di diritto di sciopero affermando che questo “non ha altri limiti se non quelli che si rinvengono in norme che tutelino posizioni soggettive concorrenti, su un piano prioritario o quanto meno paritario, quali il diritto alla vita ed all’incolumità personale, nonché la libertà dell’iniziativa economica”. La Corte soggiunge altresì che l’accertamento in questione deve essere condotto caso per caso dal giudice, in relazione alle concrete modalità di esercizio del diritto di sciopero ed ai concreti pregiudizi o pericoli cui vengono esposti il diritto alla vita, all’incolumità delle persone ed all’integrità degli impianti produttivi. Nel caso di specie la Cassazione ha riconosciuto che, “attraverso l’attuazione di uno sciopero le cui modalità di esecuzione erano rimesse totalmente ai singoli interessati, senza una loro predeterminazione”, la società datrice di lavoro aveva subito un pregiudizio derivante “dall’impossibilità di prevenire i rischi sulla produttività aziendale con riferimento ai singoli reparti ove di volta in volta sarebbe stata attuata anche all’improvviso l’astensione dei lavoratori”. I giudici hanno dunque accolto il ricorso della società datrice di lavoro dichiarando l’illegittimità delle modalità di proclamazione dello sciopero oggetto della causa.

il testo della sentenza

  • Cass. civ., sez. lav., n. 24653.2015
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2015-12-21 07:08:542019-11-04 16:50:02Sulle modalità di esercizio del diritto di sciopero
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Potere disciplinare, onere della prova e diritto di difesa

21 Dicembre 20150 Commenti-da admin

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 24938 del 10 dicembre 2015, pronunciandosi in materia in sanzioni disciplinari, ha ribadito che è onere del dipendente provare che il mancato adempimento della prestazione sia dovuto a causa diversa dalla sua scarsa diligenza. I giudici della Suprema Corte hanno affermato che “non risulta alcuna norma (né parte ricorrente in realtà la indica, limitandosi a richiamare principi inconferenti in ordine alle caratteristiche generali del rapporto di lavoro subordinato) che obblighi il datore di lavoro a sentire in sede disciplinare il lavoratore nell’orario di lavoro e nel luogo di lavoro”. Nel caso di specie la Cassazione ha ritenuto legittima la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio e dalla retribuzione per scarsa diligenza nell’espletamento delle mansioni di portalettere inflitta al lavoratore per aver riportato in Ufficio corrispondenza non recapitata.

Il testo della sentenza

  • Cass. civ., sez. lav., n. 24938, 10 dicembre 2015
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2015-12-21 07:06:242019-11-04 16:50:02Potere disciplinare, onere della prova e diritto di difesa
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Il demansionamento quale unica alternativa al licenziamento

7 Dicembre 20150 Commenti-da admin

La Corte di cassazione con sentenza 19 novembre 2015 n. 23698, ribadisce la propria ormai prevalente intepretazione maturata in relazione al vecchio testo dell’art. 2013 cod. civ.: non è preclusa ed è anzi “dovuta” l’assegnazione a mansioni inferiori quale unica alternativa possibile al licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Cassazione, sezione lavoro, n. 23698-2015

  • Cassazione, sezione lavoro, 19 novembre 2015 n. 23698 2015
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2015-12-07 13:22:362019-11-04 16:50:02Il demansionamento quale unica alternativa al licenziamento
Giurisprudenza in Giurisprudenza

La sorte di un rinvio mobile: pubblico impiego e art. 18 stat. lav.

7 Dicembre 20150 Commenti-da admin

La Corte di cassazione, con la sentenza 26 novembre 2015 n. 24157, ha ritenuto applicabile ai rapporti di lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione l’art. 18 stat. lav., come modificato dalla legge n. 92/2012. Il rinvio che l’art. 51 d.lgs. n. 165/2001 alla legge n. 300/1970 “e successive modifiche ed integrazioni” rende in effetti difficile sostenere il contrario.

Cassazione, sezione lavoro, n. 24157

  • Cassazione, 26.11.15 n. 24157
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2015-12-07 12:51:052019-11-04 16:50:02La sorte di un rinvio mobile: pubblico impiego e art. 18 stat. lav.
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Licenziamento disciplinare e uso della posta elettronica

7 Dicembre 20150 Commenti-da admin

Con sentenza n. 22353 del 2 novembre 2015, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul licenziamento intimato da una società nei confronti di un proprio dipendente che aveva utilizzato la casella di posta elettronica e navigato su internet per fini personali, concludendo per l’illegittimità del provvedimento datoriale. Secondo i giudici della Suprema Corte, il contegno posto in essere dal lavoratore non è stato tale da sottrarre una quantità di tempo rilevante alla propria prestazione lavorativa e per tale motivo il licenziamento è da considerarsi illegittimo giacché, vi è sì una mancanza disciplinare tuttavia essa non è tale da giustificare la risoluzione del rapporto.

Cassazione, sezione lavoro, n. 22353-2015

  • Cass. civ., sez. lav., 2 novembre 2015, n. 22353
https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/11/testata-giurisprudenza.jpg 300 500 admin https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png admin2015-12-07 11:51:142019-11-04 16:50:02Licenziamento disciplinare e uso della posta elettronica
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Sulla validità degli atti compiuti dai dirigenti “decaduti” dell’Agenzia delle Entrate

7 Dicembre 20150 Commenti-da admin

La Corte di Cassazione, con tre sentenze – nn. 22800/15, 22803/15, 22810/15 – si è pronunciata sulla validità degli atti emessi dai dirigenti decaduti dell’Agenzia dell’Entrate per effetto di quanto disposto nella sentenza della Corte Costituzionale n. 37 del 2015 (con la quale la Corte Costituzionale si è pronunciata sulle proroghe degli incarichi dirigenziali conferiti ai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate dichiarando l’illegittimità dell’art. 8, comma 24 del d.l. n. 16/2012, dell’art. 1 comma 14 del d.l. n. 150/2013 e dell’art. 1, comma 8 del d.l. n. 192/2014). Con le sentenze n. 22800, n. 22803 e n. 22810 del 9 novembre 2015, i giudici della Suprema Corte hanno statuito che la delega di firma al funzionario incaricato non è di per sé causa di nullità dell’atto e per tale motivo gli atti da questi firmati non possono essere considerati tout court nulli.

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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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