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Archivio per categoria: Giurisprudenza

licenziamento

Cassazione: illegittimo il licenziamento intimato al lavoratore che attribuisce al datore di lavoro fatti o atti non veri in scritti difensivi

21 Luglio 2023da Admin2

La Cassazione, nella sentenza 11 luglio 2023 n. 19621, ha ribadito che “non integra una giusta causa la condotta del lavoratore che attribuisca al datore di lavoro, in uno scritto difensivo, atti o fatti, pur non rispondenti al vero, che riguardino in modo diretto ed immediato l’oggetto della controversia e ciò quandanche in tale scritto siano riportate espressioni sconvenienti od offensive che sono invece soggette alla disciplina dettata dall’art. 89 c.p.c.”.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/02/fired-300x300.jpg 300 300 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-07-21 14:39:262023-07-21 14:39:26Cassazione: illegittimo il licenziamento intimato al lavoratore che attribuisce al datore di lavoro fatti o atti non veri in scritti difensivi
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: controlli aziendali e sospetto datoriale

21 Luglio 2023da Admin2

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18168 del 26 giugno 2023, nell’esaminare un caso di licenziamento a seguito di un controllo sulla posta elettronica aziendale, ricorda che i controlli difensivi in senso stretto sono consentiti solo “in presenza di un fondato sospetto circa la commissione di un illecito, purché sia assicurato un corretto bilanciamento tra le esigenze di protezione di interessi e beni aziendali, correlate alla libertà di iniziativa economica, rispetto alle imprescindibili tutele della dignità e della riservatezza del lavoratore, sempre che il controllo riguardi dati acquisiti successivamente all’insorgere del sospetto”.

Il controllo deve essere “attuato ex post” in quanto “solo a partire da quel momento il datore può provvedere alla raccolta di informazioni utilizzabili … non essendo possibile l’esame e l’analisi di informazioni precedentemente assunte in violazione delle prescrizioni di cui all’art. 4 St. lav.”.

Inoltre, il datore di lavoro deve allegare e dimostrare “le specifiche circostanze che lo hanno indotto ad attivare il controllo tecnologico ex post, considerato che solo tale “fondato sospetto” consente al datore di lavoro di porre la sua azione al di fuori del perimetro di applicazione diretta dell’art. 4”.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2021/01/240_F_233586848_39HjhoXApWrqXrQsNBv0upavhiec8l21-1.jpg 427 640 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-07-21 14:39:142023-07-21 15:13:59Cassazione: controlli aziendali e sospetto datoriale
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: repechage e posizioni lavorative disponibili a breve distanza dal recesso

24 Maggio 2023da Admin2

La Suprema Corte, con la sentenza n. 12132 del 8 maggio 2023, ha affermato che il datore di lavoro deve prendere in esame, ai fini del rispetto dell’obbligo di repechage, anche le posizioni lavorative che, pur ancora occupate al momento del licenziamento, si renderanno disponibili in un arco temporale del tutto prossimo al recesso.

Dunque, la valutazione datoriale non deve essere cristallizzata al momento del licenziamento, ma deve riguardare anche le eventuali posizioni di cui è imminente la disponibilità.

Nel caso affrontato, infatti, due dipendenti con mansioni fungibili rispetto a quelle del lavoratore licenziato, dovevano essere sostituti in quanto, contestualmente al licenziamento, avevano già presentato le dimissioni e stavano lavorando il periodo di preavviso.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2018/05/Lottemperanza-al-giudicato.-La-giustizia-nellamministrazione.jpg 640 1280 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-05-24 14:55:192023-06-15 09:58:41Cassazione: repechage e posizioni lavorative disponibili a breve distanza dal recesso
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: l’assegnazione di sede e mansioni in caso di ripristino del rapporto

24 Maggio 2023da Admin2

La Suprema Corte, con ordinanza del 3 maggio 2023, n. 11564, ha rimarcato che l’ordine giudiziale di ripristino della posizione di lavoro deve essere adempiuto riassegnando il lavoratore nel posto precedentemente occupato e nelle mansioni originarie, e in via prioritaria rispetto ad altri dipendenti.

Il trasferimento del lavoratore reintegrato ad altra unità produttiva è possibile purché sussistano ragioni tecniche, organizzative e produttive, tra le quali non può rientrarvi l’avvenuta sostituzione del lavoratore licenziato con altro dipendente, dovendosi considerare la sostituzione come provvisoria e condizionata al definitivo rigetto dell’impugnativa del licenziamento.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2017/11/pexels-photo-207924.jpeg 3205 5717 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-05-24 14:54:532023-05-24 14:54:53Cassazione: l’assegnazione di sede e mansioni in caso di ripristino del rapporto
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Inammissibile la questione di legittimità costituzionale sull’estensione dell’efficacia dei contratti di prossimità

4 Aprile 2023da Admin2

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 52 del 28.3.2023, dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale, per contrasto con gli artt. 2 e 39, primo comma, Cost, dell’art. 8 del D.L. 138/2011, nella parte in cui estende l’efficacia dei contratti aziendali o di prossimità a tutti i lavoratori interessati anche se non firmatari del contratto o appartenenti ad un Sindacato non firmatario dello stesso.

La Consulta nel dichiarare l’inammissibilità – in relazione alla non adeguata motivazione circa l’appartenenza o meno dell’accordo aziendale oggetto di causa nella fattispecie del contratto collettivo di prossimità di cui al predetto art. 8 del D.L. 138/2011 – ricorda che l’accordo aziendale ordinario non può estendere la sua efficacia anche nei confronti dei lavoratori e delle associazioni sindacali che, in occasione della stipulazione dell’accordo stesso, siano espressamente dissenzienti.

L’efficacia generale (c.d. erga omnes), rappresentando un’eccezione, sussiste solo se ricorrono gli specifici presupposti ai quali l’art. 8 del D.L. 138/2011 la condiziona e cioè che l’accordo:

– sia sottoscritto da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale ovvero dalle loro rappresentanze sindacali operanti in azienda;

– sia sottoscritto sulla base di un criterio maggioritario relativo alle predette rappresentanze sindacali;

– sia alternativamente finalizzato – secondo la tipizzazione del medesimo art. 8, comma 1, – “alla maggiore occupazione, alla qualità dei contratti di lavoro, all’adozione di forme di partecipazione dei lavoratori, alla emersione del lavoro irregolare, agli incrementi di competitività e di salario, alla gestione delle crisi aziendali e occupazionali, agli investimenti e all’avvio di nuove attività»;

–  riguardi “la regolazione delle materie inerenti l’organizzazione del lavoro e della produzione” con riferimento a specifici settori elencati dall’art. 8, comma 2.

https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2021/10/240_F_305672501_ptOijUPhl0EyrGM2cmFnNK44nz1HompT.jpg 427 640 Admin2 https://www.studiolegalealbi.com/wp-content/uploads/2019/07/logo-albi.png Admin22023-04-04 15:04:102023-04-04 15:04:10Inammissibile la questione di legittimità costituzionale sull’estensione dell’efficacia dei contratti di prossimità
Giurisprudenza in Giurisprudenza

Cassazione: utilizzo della posta elettronica aziendale per l’invio di comunicati sindacali

4 Aprile 2023da Admin2

La Cassazione, con l’ordinanza n. 7799 del 17.03.2023, ha affermato che l’invio di comunicati sindacali per mezzo della posta elettronica aziendale è legittimo qualora non rechi pregiudizio alla normale attività lavorativa.

Per la Suprema Corte l’evoluzione delle modalità di comunicazione che negli ultimi decenni si è andata sempre più affermando anche nelle comunità aziendali deve far ritenere comprese nella nozione di “spazi” deputati alle comunicazioni sindacali lo strumento della posta elettronica.

Dunque, la distribuzione di comunicati di contenuto sindacale, mediante invio di messaggi con posta elettronica aziendale (c.d. “volantinaggio elettronico”), è assimilabile all’attività di proselitismo e, pertanto, è consentita soltanto se effettuata senza pregiudizio per il normale svolgimento dell’attività aziendale, secondo i limiti previsti dall’art. 26, c. 1, della l. 300/1970.

Nel caso di specie la società non aveva dimostrato il detto pregiudizio e, pertanto, la Suprema Corte ha confermato l’illegittimità della sanzione irrogata al lavoratore.

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Prof.Avv.
Pasqualino Albi

Pasqualino Albi è professore ordinario di diritto del lavoro nel dipartimento di giurisprudenza dell’Università di Pisa e avvocato giuslavorista. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche in materia di diritto del lavoro, fra le quali tre monografie.

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