Il prossimo 20 giugno, presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione, si terrà l’incontro sul tema “Etica e procedimenti disciplinari nel pubblico impiego dopo la riforma Madia: casi e questioni”.
Parteciperanno in qualità di relatori il Prof. Avv. Pasqualino Albi, il Pres. Dott. Vincenzo Di Cerbo, l’Avv. Patrizio Caligiuri e il Cons. Prof. Vito Tenore.
Interverranno, inoltre, il Pres. Dott. Giovanni Mammone, il Dott. Riccardo Fuzio, la Dott.ssa Marianna Madia e l’Avv. Enzo Morrico.
L’incontro è destinato ai Consiglieri e ai Sostituti Procuratori Generali della Suprema Corte, ai Magistrati addetti all’Ufficio del Massimario e del Ruolo, ai laureati in tirocinio presso la Corte e la Procura Generale, a tutti i magistrati di merito e agli avvocati ed è aperto alla partecipazione dei magistrati amministrativi e contabili, degli Avvocati dello Stato nonché dei docenti universitari e di ogni altro interessato.
I procedimenti disciplinari nel pubblico impiego
0 Commenti-da adminIl prossimo 20 giugno, presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione, si terrà l’incontro sul tema “Etica e procedimenti disciplinari nel pubblico impiego dopo la riforma Madia: casi e questioni”.
Parteciperanno in qualità di relatori il Prof. Avv. Pasqualino Albi, il Pres. Dott. Vincenzo Di Cerbo, l’Avv. Patrizio Caligiuri e il Cons. Prof. Vito Tenore.
Interverranno, inoltre, il Pres. Dott. Giovanni Mammone, il Dott. Riccardo Fuzio, la Dott.ssa Marianna Madia e l’Avv. Enzo Morrico.
L’incontro è destinato ai Consiglieri e ai Sostituti Procuratori Generali della Suprema Corte, ai Magistrati addetti all’Ufficio del Massimario e del Ruolo, ai laureati in tirocinio presso la Corte e la Procura Generale, a tutti i magistrati di merito e agli avvocati ed è aperto alla partecipazione dei magistrati amministrativi e contabili, degli Avvocati dello Stato nonché dei docenti universitari e di ogni altro interessato.
Inattività lavorativa e risarcimento del danno
0 Commenti-da adminCon la decisione 9 maggio 2018, n. 11169 la Corte di Cassazione ha rilevato che il danno provocato al lavoratore lasciato in condizione di inattività dal datore di lavoro, a seguito di ordine di reintegrazione, è suscettibile di valutazione e risarcimento anche in via equitativa.
Il Supremo Collegio ha precisato che una siffatta condotta datoriale viola l’art. 2103 cod. civ. ed è lesiva per il dipendente sia in relazione al suo fondamentale diritto al lavoro, sia in riferimento alla sua dignità professionale, da intendersi come “esigenza umana di manifestare la propria utilità e le proprie capacità nel contesto lavorativo”.
La sicurezza sul lavoro a dieci anni dal d.lgs. n. 81/2008
0 Commenti-da adminIl prossimo 21 giugno si svolgerà a Trieste il Convegno Nazionale dedicato al tema della sicurezza sul lavoro, promosso da Università degli Studi di Trieste, CGIL e INCA Nazionale e del Friuli Venezia Giulia, Università Statale di Milano.
Sarà l’occasione per tracciare nuove prospettive in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, alla luce dell’esperienza applicativa del d.lgs. n. 81/2008.
Procedimento ex art. 28 Statuto: quali requisiti per agire?
0 Commenti-da adminCon la decisione 22 maggio 2018, n. 12551 la Corte di Cassazione ha affrontato due fondamentali questioni in materia di repressione della condotta antisindacale ex art. 28 legge n. 300/1970.
In primo luogo, ai fini della legittimazione attiva, la Corte ha inteso ribadire il principio secondo cui per poter promuovere azione ex art. 28 l. n. 300/1970 le associazioni sindacali nazionali devono avere una struttura organizzativa articolata a livello nazionale e devono svolgere effettiva attività sindacale su tutto il territorio nazionale o su ampia parte di questo. Non occorre che dette organizzazioni siano firmatarie di contratti collettivi nazionali: tale elemento è un indice tipico, ma non certamente l’unico rilevante per definire la nazionalità.
Per quanto attiene al profilo dell’attualità della condotta, il Supremo Collegio ha sottolineato che “il solo esaurirsi della singola azione lesiva del datore di lavoro non può precludere l’ordine del giudice di cessazione del comportamento illegittimo ove questo, alla stregua di una valutazione globale non limitata ai singoli episodi, risulti tuttora persistente ed idoneo a produrre effetti durevoli nel tempo, sia per la sua portata intimidatoria, sia per la situazione di incertezza che ne consegue, suscettibile di determinare in qualche misura una restrizione o un ostacolo al libero esercizio dell’attività sindacale”.
Valutazione dei rischi: on line un nuovo applicativo
0 Commenti-da adminCon il decreto 23 maggio 2018, n. 61 il Ministero del Lavoro ha adottato uno strumento di supporto per la valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro, sviluppato secondo il prototipo europeo OiRA (Online interactive Risk Assessment), ai sensi dell’art. 29, comma 6-quater, d.lgs. n. 81/2008, dedicato al settore “Uffici”.
OiRA è un software gratuito, ideato e messo a disposizione degli Stati membri dell’UE dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, al fine di consentire, soprattutto alle piccole e medie imprese, di effettuare una efficace valutazione dei rischi ed individuare idonee misure di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
L’applicativo è disponibile gratuitamente sui siti internet istituzionali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’INAIL.
Manifesta insussistenza del fatto e licenziamento
0 Commenti-da adminCon la decisione 2 maggio 2018, n. 10435 la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla nozione di «manifesta insussistenza del fatto posto a base del licenziamento» ai sensi dell’art. 18, comma 7, legge 300/1970.
Secondo il Supremo Collegio la nozione di manifesta insussistenza del fatto ricomprende i due presupposti di legittimità del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, vale a dire, le ragioni inerenti all’attività produttiva e l’impossibilità di ricollocare il lavoratore nel contesto aziendale.
La Corte precisa che la manifesta insussistenza deve essere riferita ad una evidente e facilmente verificabile assenza dei presupposti giustificativi; essa può dar adito all’applicazione della tutela reintegratoria attenuata solo ove quest’ultima non sia eccessivamente onerosa per il datore di lavoro.